Articolo 21 saluta in Veneto con il Sindacato dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa i propri 20 anni di attività, premiando i docenti Laura Nota e Marco Mascia per l’impegno a favore dell’inclusione e diritti umani nella sala dell’Archivio antico, a palazzo sede dell’Università di Padova. La consegna del riconoscimento è avvenuto alla presenza della rettrice Daniela Mapelli, prima donna guidare l’Ateneo fra i più antichi al mondo, alla vigilia delle celebrazioni per gli 800 anni dalla fondazione.
A introdurre i lavori, Monica Andolfatto, segretaria regionale del Sindacato giornalisti Veneto (Sgv) che ha ripercorso le tappe dell’alleanza fra Sgv, Fnsi e Articolo21 e Università di Padova nella consapevolezza che la battaglia per la libertà di informazione e di espressione è una battaglia per il lavoro dignitoso e non precario, sfruttato, sottopagato, per il contrasto alle disuguaglianze e all’ingiustizia, per il rispetto e la rivendicazione dei diritti umani e per la ricerca della verità contro la fake news intese come fabbriche e filiere del falso.
«Il premio a Nota e Mascia – ha detto – è un premio che va all’università di Padova inclusiva per eccellenza e motore propulsore per la diffusione di una cultura che mette al centro la persona e i diritti umani».
A Padova, all’università, è nato il primo Laboratorio in cui studiosi, docenti, ricercatori e giornalisti stanno collaborando con una visione di un futuro sostenibile in cui l’informazione diventi veicolo di inclusione sociale e di smascheramento della disinformazione, della mistificazione e della manipolazione della realtà. «Non è un caso che questa straordinaria esperienza – ha sottolineato Andolfatto – sia nata e stia crescendo a Padova. Al suo interno si sono sviluppate diverse iniziative, fra cui il corso di Alta formazione che verrà riproposto anche quest’anno, nell’ambito del protocollo siglato nel 2019 dall’allora rettore Rizzuto, che ringrazio per averci dato fiducia, e dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso. E presto pubblicheremo un libro, che segue La passione per la verità, in cui si darà conto di come le intenzioni descritte nel primo volume sono state tradotte in azioni concrete in uno spazio di formazione non episodico ma permanente».
Ha ampliato lo sguardo alle tematiche care ad Articolo21 Mariangela Gritta Grainer, presidente della Sezione del Veneto, (assente giustificato il portavoce Nicola Chiarini) anche lei premiata dall’associazione qualche anno fa per la sua ininterrotta richiesta di verità e giustizia sull’omicidio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin, sempre a fianco dei genitori della giornalista di Rai Tre, dai quali ha raccolto il testimone perché dopo la loro scomparsa, non si smetta di lottare. E proprio sul concetto di memoria, Grainer ha incentrato il suo intervento, ricordando che siamo a pochi giorni dal 27 gennaio, che celebra l’immane tragedia della Shoah «e che ci sollecita a interrogarci sul perché sia potuto avvenire lo sterminio degli ebrei, e sulle responsabilità che ognuno di noi deve assumersi. Anche io mi sono laureate a Padova, una università che si è schierata apertamente contro il nazifascismo, unica tra gli atenei italiani, a vedersi assegnare la medaglia d’oro al valore militare per il ruolo avuto nella Resistenza, continuando a essere luogo di libertà, di inclusione, di promozione dei diritti umani».
E il segnale va irradiato oltre Padova, ha aggiunto Giuseppe Giulietti, con un’alleanza plurale nel segno della Costituzione e dell’inscindibilità di diritti sociali e civili. «Formazione e informazione hanno separato i loro destini con risultati disastrosi – ha ribadito il presidente Fnsi e co-fondatore di Articolo 21 – questi cammini si devono ricongiungere e questo viaggio ripartito a Padova ci auguriamo possa continuare a e da Padova. Contrastare i virus è necessario, compresi quelli dell’esclusione e dell’oscurantismo. La nostra associazione è stata costituita da persone di tradizioni politiche diverse, ma accomunate da una visione che mette al centro i diritti fondamentali. Le persone hanno bisogno di pensare liberamente e di avere il necessario per vivere. E qui si incontrano la cura degli altri di don Lorenzo Milani e l’odio per l’indifferenza di Antonio Gramsci». Giulietti ha affermato che il Laboratorio Padova ha tutte le caratteristiche per essere riproposto su scala nazionale mantenendo massima apertura al contributo di tutti. «E non mi rivolgo solo all’Ordine nazionale dei giornalisti con cui è già stata avviata una proficua collaborazione ma anche a tutti coloro che si occupano di ricerca e rimozione delle barriere. Il corso di Alta Formazione dovrebbe essere inserito anche nel Pnrr che ha bisogno di mediatori sulla Rete, una nuova leva di studiosi in grado di usare il digitale, non per cogliere l’errore singolo più o meno doloso, che può accadere, ma le deliberate catene di falsificazione».
Una prospettiva accolta dalla rettrice Daniela Mapelli: «Siamo istituzione antica, ma assolutamente moderna e proiettata verso il futuro – ha rivendicato –. Abbiamo tre missioni da declinare nel concreto: fare didattica, fare ricerca, portare la conoscenza verso la società. Operazioni come questa vanno in questa direzione. E l’importante premio a Mascia e Nota va non solo a loro, ma a tutta la nostra università che nell’inclusione e nei diritti umani ha due pilastri fondamentali.». Un senso collettivo valorizzato da Laura Nota, nel ricevere la targa di Articolo21. «Tante persone hanno fatto in modo che noi oggi siamo qui – ha argomentato la docente ordinaria di Psicologia dello sviluppo, co-fondatrice del Laboratorio Padova -. Le parole hanno un peso, possono erigere muri o creare ponti e vanno usate per raccontare la verità. Far propria la cultura inclusiva significa prendere atto che non ci sono storie solo individuali, che gli altri hanno un peso e un ruolo significativo. Insieme si realizza una costruzione lenta, paziente, fiduciosa, solidale, oltre gli stereotipi e verso un orizzonte che tende a trasformare in meglio le nostre società».
Temi toccati pure da Marco Mascia «Le libertà di pensiero e di espressione sono cruciali – ha sottolineato il rappresentante del Centro di Ateneo per i Diritti Umani, intitolato ad Antonio Papisca che ne fu fondatore – e richiamano alla responsabilità e alle misure positive per tutelarle, al di là delle frontiere e per tutti. Solo le azioni che metteremo in campo per garantire diritti umani e inclusione potranno promuovere la costruzione di una società in cui possano essere pienamente realizzati, avendo chiaro che l’incitamento alla guerra, alla violenza, alla discriminazione sono negazione di queste libertà fondamentali».
Fra i presenti anche l’assessora del Comune di Padova, Marta Nalin, che ha portato i saluti del sindaco e che ha ringraziato Nota e Mascia per i progetti che coinvolgono anche la città, e il segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Rocco Cerone, entrato a far parte della squadra del Laboratorio Padova, che ha ringraziato anche a nome del portavoce di Articolo21 della sua regione Roberto Rinaldi.
La conclusione è stata affidata a Roberto Reale, fra i componenti del comitato scientifico del corso di Alta formazione, giornalista e studioso. «L’opposto di inclusione è esclusione e abbiamo tenuto presente questo nel costruire con accuratezza e serietà un percorso iniziato due anni fa e in divenire. Digitalizzazione non significa solo diffusione della fibra. In un mondo di intelligenze artificiali e segnali che corrono veloci, l’umano dove finisce, che prospettive e che ruolo ha? Le scienze sono plurali. Potevamo scegliere di fare un laboratorio solo di contrasto delle fake news, invece abbiamo teso a un’idea di verità come ricerca, procedimento, passione. Temi che possono provocare un vero salto di qualità, se legati alle questioni sociali».
In sala anche Enrico Ferri, giornalista e docente del corso, Maurizio Paglialunga e Lino De Marchi, consiglieri nazionale, il primo, e regionale, il secondo, dell’Ordine dei giornalisti.
Nella foto da sinistra, Laura Nota, Daniela Mapelli, Mariangela Gritta Grainer, Marco Mascia e Giuseppe Giulietti