Un’esperienza unica in Italia, un progetto pilota che sigla l’alleanza fra il mondo della ricerca e quello del giornalismo. “Raccontare la verità – Come informare promuovendo una società inclusiva e combattere le fake news”: c’è tempo fino al 10. marzo per iscriversi al corso di alta formazione promosso dall’Università di Padova insieme alla Federazione nazionale stampa italiano (Fnsi), al Sindacato giornalisti Veneto ed Articolo21 liberi di, con la collaborazione del Sindacato giornalisti Trentino Alto Adige, l’Ordine dei giornalisti del Veneto e l’Inpgi.
https://www.unipd.it/inclusione/altaformazione-passione-verita
Dieci lezioni on line, con cadenza quindicinale, al sabato mattina dalle 9 alle 13 e al venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30, che si snodano dal 10 aprile a fine ottobre, al termine delle quali si conseguirà un diploma universitario.
Un itinerario formativo studiato per aree tematiche sviluppate sulla multidisciplinarità e sull’interazione fra le diverse competenze: quelle dei giornalisti o comunque di chi “lavora” con l’informazione e quelle di chi – i docenti universitari – l’informazione la studia, dal punto di vista psicologico, sociologico, economico e tecnologico. Già perché mai come ora viviamo immersi in un ecosistema informativo complesso, esploso con i social e la Rete, in cui tutto e niente è notizia, nel quale spesso a far diventare “vera” la stessa notizia non è la sua fondatezza, bensì la sua visibilità, la sua diffusione, la sua penetrazione e propalazione con fb, twitter, instagram, tiktok.
E i giornalisti?
Dove inizia e dove finisce il loro ruolo di intermediatori professionali, il loro dovere di attenersi ai fatti riscontrati e verificati, la loro funzione di interpreti affidabili e fidati degli avvenimenti? Quanto sono esposti agli stereotipi, alla trappola delle fake news, alle lusinghe della fama e della notorietà con il rischio di perdere il contatto con la realtà e con esso il rapporto fiduciario con i lettori, telespettatori, radioascoltatori, utenti del web?
Quale il confine tra informazione, marketing, propaganda?
Le “bufale”, le manipolazioni, l’utilizzo dei media come strumenti di controllo di massa esistono non da oggi, ma mai come ora sono pervasivi, persuasivi, potentissimi, mistificatori, distorsivi. Ancora di più per la potenza di fuoco sparata dai nuovi mezzi di comunicazione e da tecniche di persuasione sempre più affinate che tendono a trattare la notizia come una qualsiasi merce da “vendere” magari utilizzando il linguaggio d’odio, alimentando lo scontro e non l’incontro, stigmatizzando le differenze.
Il corso di alta formazione indica una strada da imboccare, un sentiero da percorrere, con tappe, appunto multidisciplinari, le quali toccano questi temi:
– L’ecosistema socio-economico e mediatico complesso e frammentato e il pensiero critico quale antidoto
– L’industria editoriale, la disintermediazione, le discriminazioni, l’informazione e la comunicazione
– L’innovazione tecnologica e i social media: ricadute in termini di caos informativo; la responsabilità della Rete, moltiplicazione dei mezzi non significa pluralismo informativo e accessibilità consapevole; linguaggio della discriminazione e dell’odio
– Costruire contesti inclusivi, improntati a giustizia sociale e sostenibilità: cosa vuol dire inclusione, cos’è la giustizia sociale, ruolo dei diritti umani, come questi elementi si intersecano con le azioni giornalistiche; cosa sono gli stereotipi e come si formano, come si contrastano
– Linguaggio inclusivo, attento alla parità di genere, e come controllare attendibilità e validità nei processi di raccolta delle informazioni; come riconoscere e fronteggiare forme linguistiche aggressive e svalutanti anche a vantaggio di un ruolo educativo dell’attività giornalistica
– Tecnologie, piattaforme digitali, accessibilità e innovazione sociale nel settore giornalistico a vantaggio della qualità, la costruzione degli algoritmi nell’informazione, oltre il fact checking
– Il giornalismo di inchiesta sociale tra oscurità e querele bavaglio, come riconoscere e fronteggiare la fabbrica del falso che inquina le democrazie, l’informazione scientifica e il proliferare delle superstizioni della pseudoscienza
– La deontologia professionale come assunzione di responsabilità civile, la libertà di stampa in Europa e nel mondo tra “editti bulgari”, le carte dei giornalisti, i diritti dei giornalisti a partire dal contratto di lavoro
Nessuna pretesa di dettare regole, precetti, norme. Si tratta di un’occasione di confronto, dialogo, ascolto, studio lavoro. Per molti, ma non per tutti.
Non è facile. Non è semplice. Serve essere disposti ad andare al di là dell’occasionalità, dello spot formativo. Ci vogliono impegno, costanza, passione, fatica, accuratezza.
Si tratta di un investimento importante in professionalità e in socialità.
Una sfida prima di tutto con noi stessi nella quotidianità del nostro lavoro travolto sempre più spesso dalla frenesia dell’arrivare prima degli altri, dello scoop a tutti costi, dai carichi di lavoro sempre più pesanti dentro le redazioni e dalla crescita esponenziale del precariato, con il ricatto occupazionale che avanza.
Ed è con queste premesse che l’iscrizione a questo corso diventa azione civica e responsabile.
La quota richiesta è stata fissata in 500 euro, il minimo imposto, e comprende il volume “La passione per la verità” in omaggio. È previsto uno sconto ai primi venti giornalisti non dipendenti under 45 che formalizzeranno la propria adesione.
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