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Radio e tv locali hanno ancora un futuro? Se ne è parlato con Assostampa Padova

Hanno ancora un futuro le radio e le tv locali? Un convegno a Padova, moderato dal presidente dell’Associazione stampa padovana Stefano Edel ha cercato di dare una risposta a questa domanda, alla luce del riassetto delle frequenze per il cosiddetto “switch off” che ha riguardato le emittenti private locali. Dopo la stagione pioneristica degli anni Ottanta e le prime regolamentazione degli anni Novanta, le tv locali sono diventate un punto di riferimento importante per i cittadini. Ma l’avvio del digitale terrestre nel 2004 e la crisi economica del 2008 e 2009 hanno provocato importanti trasformazioni che si sono riflesse anche sulla situazione occupazionale. Dopo lo spegnimento di alcuni canali e l’accorpamento di altri storici nomi dell’emittenza, il convegno ha acceso una luce sulle conseguenze dell’informazione locale radiotelevisiva. Al convegno, organizzato da Assostampa Padova con il Sindacato giornalisti Veneto, hanno partecipato gli editori Alex Chasen e Filippo Jannacopulos e i giornalisti Giovanni Stefani (Rai), Antonella Prigioni (7 Gold Telepadova) e Virginia Vinco (Telenuovo). Prima delle relazioni, hanno portato i saluti Tiziana Bolognani, componente del giunta regionale Sgv con delega all’emittenza locale, e il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto Giuliano Gargano.

Per Bolognani le tv hanno un futuro perché «l’emittenza locale non è fatta solo di fibre ottiche e infrastrutture ma di persone che debbono essere in grado di rispondere alle domande che vengono dalla comunità e perché l’informazione accurata è un bene comune che va tutelato insieme al lavoro». Per Gargano «competere con la velocità della rete è impossibile. Se la carta stampata deve sempre di più diventare il luogo dell’approfondimento, la televisione ha il compito di ospitare il confronto e il dibattito». Stefani ha ricordato le difficoltà da parte della Rai di coprire una regione grande come il Veneto con un solo telecineoperatore e con pochi service contesi fra altre trasmissioni: «Alle tv locali – ha aggiunto – invidio gli spazi di dibattito serali, che noi non abbiamo». Gli editori si sono soffermati sui paradossi delle leggi che hanno assegnato le frequenze, valorizzando il lavoro fatto assieme da tutti i gruppi televisivi in previsione dello switch off. Prigioni ha parlato del gruppo di lavoro, cinque giornalisti, rimasto lo stesso da 30 anni, che comincia il lavoro con le “call” alle 7 del mattino e che ogni giorno «legge il locale con un’ottica nazionale». Infine, Vinco ha raccontato la storia della tv nata dietro l’Arena di Verona che oggi conta, fra il capoluogo scaligero e Padova, 37 dipendenti di cui 19 giornalisti. Il convegno era inserito all’interno dei corsi organizzati nell’ambito della formazione permanente dei giornalisti.