Obbligo di iscrizione all’Ordine per chi fa informazione negli enti locali, inquadramento contrattuale nel profilo “specialista nei rapporti con i media, giornalista pubblico”, Casagit, formazione, autonomia professionale.
Negli uffici stampa dei Comuni o di raggruppamenti di Comuni dovranno essere obbligatoriamente assunti giornalisti iscritti negli albi professionali (pubblicisti o professionisti), inquadrati con il contratto della pubblica amministrazione categoria D se laureati, C se non laureati. Il requisito dell’iscrizione nell’albo non è invece obbligatorio per l’incarico di portavoce degli organi di vertice dell’ente.
È quanto stabilisce – fra le altre cose – il protocollo d’intesa sottoscritto a Bari, lunedì 6 giugno 2022, dal presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani e sindaco di Bari, Antonio Decaro e dal segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso. Tra gli altri punti previsti dall’accordo, di durata triennale, Anci e Fnsi si impegnano a definire un percorso formativo e di aggiornamento, anche con impiego di risorse comunitarie.
«Per una pubblica amministrazione locale – ha detto Decaro – l’interlocuzione costante con i mezzi d’informazione è la premessa ineludibile di un corretto e trasparente contatto con i cittadini. In un’epoca di affollamento informativo e di difficoltà nel distinguere tra notizie attendibili e no, è importante che la funzione di ufficio stampa venga affidata a ogni livello della pubblica amministrazione a giornalisti professionisti, qualificati e preparati».
Lorusso ha ricordato che attualmente negli uffici stampa pubblici lavorano circa 2.500 giornalisti. Il rinnovo del protocollo fra Anci e Fnsi rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la compiuta regolamentazione dell’attività degli uffici stampa nei Comuni grandi e piccoli.
L’accordo recepisce anche i principi dell’intesa sottoscritta fra Aran, organizzazioni sindacali della pubblica amministrazione e Fnsi, entrata definitivamente in vigore ad aprile scorso. In questo modo sarà garantita ai giornalisti l’autonomia professionale e riconosciuta la possibilità di accedere all’assistenza sanitaria della Casagit su base volontaria.
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