Una docente universitaria e tre giornalisti/studiosi a confronto su temi di stretta attualità come infodemia, fake news, manipolazioni, linguaggio inclusivo. Domani, martedì 10 novembre dalle 18:00, la professoressa Laura Nota, prorettrice dell’Università di Padova, i colleghi Roberto Reale e Paolo Pagliaro, con Enrico Ferri nel ruolo di moderatore, saranno i protagonisti dell’incontro che si può seguire in diretta a questo link.
A fare da sfondo all’iniziativa, promossa dalla Sede Pensante di Coalizione Civica di Padova, è il libro La passione per la verità, il volume, edito da Franco Angeli, e pubblicato grazie al Sindacato giornalisti Veneto: raccoglie i lavori esposti nel seminario formativo che di fatto ha sancito l’avvio della collaborazione fra Ateneo patavino e Sindacato dei giornalisti, portando quindi alla sigla del protocollo condiviso, primo in Italia, per il varo di un laboratorio contro le “bufale”, il quale a breve troverà realizzazione in un corso di alta formazione.
Il libro
Il volume è curato da Nota e raccoglie i contributi oltre che di Reale, Pagliaro e Ferri, fra gli altri, anche del rettore Rosario Rizzuto, di Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.
In questo lavoro a più mani e interdisciplinare, i mondi del Sapere e dell’Informazione si alleano per promuovere la passione per la verità, sempre connessa a impegno, fatica, lavoro. Contrastare fake news, bias e distorsioni cognitive, populismi e hate speech in rete, tesi a manipolare l’opinione pubblica, significa ricostruire contesti, pratiche e linguaggi inclusivi. Una pratica indispensabile soprattutto in un tempo di infodemia come quello attuale.
È dimostrato che le persone capaci di leggerle criticamente reagiscono alle news in maniera completamente diversa da quelle che invece le subiscono senza capire cosa sta avvenendo. Soltanto conoscendo linguaggio e codici della comunicazione possiamo ribaltare i processi che ‘deformano la percezione’.
La sfida
Contrastare fake news e manipolazioni è una sfida al disordine informativo anche sul piano linguistico, che è la cifra del nostro tempo. Viviamo immersi in un ambiente inquinato dove le ‘bufale’, e le parole ostili, che imperversano nei social network, sono solo la punta dell’iceberg. La disintermediazione ha portato ad una prevalenza della comunicazione/persuasione sull’informazione professionale che, non innocente, è stata messa all’angolo dalla potenza degli algoritmi e del ‘capitalismo della sorveglianza’. Ma sono la stessa democrazia e i suoi valori fondativi ad essere posti in discussione dai populismi e da forme di xenofobia, razzismo, e antisemitismo.
L’importanza della qualità
Democracy dies in Darkness è scritto a chiare lettere sotto la testata del Washington Post, uno dei giornali che ha investito denari nel capitale umano, e nell’approfondimento e trasparenza dell’informazione, tornando a crescere. La qualità, se perseguita seriamente, è una delle risposte agli interrogativi strategici che questo volume ci propone.
Narrazioni non tossiche
È tempo – ci dicono gli autori – di elaborare narrazioni non tossiche, promuovere buone pratiche, restituire il senso autentico alle parole, ora spesso usate come proiettili. Servono cornici normative contro gli abusi in rete. Ma non censura del pensiero quanto piuttosto ripartire da una strutturata alfabetizzazione ai media. È il momento di stare consapevolmente in rete, coltivando il dubbio e un’ecologia della mente, essenziali all’esercizio del senso critico. Ma è tempo anche di ribadire ed estendere i diritti umani, i “diritti aletici”, in ogni piega della società. Senza dimenticare gli ultimi, e chi è privato
della libertà.
La risposta della Costituzione
Avrà la democrazia gli anticorpi per resistere ad ogni disarticolazione autoritaria? Una pratica rigorosa degli articoli 21 e 3 della Costituzione, che coniugano la libertà di stampa e di pensiero, con il diritto dei cittadini ad essere messi nelle condizioni diessere correttamente informati, aiuterà i cittadini a non perdersi nella società della Post Verità che è poi quella dell’arbitrio, del tutti contro tutti e dell’uomo solo al comando.