Interrogazione del Senatore Giaretta al Ministro Sacconi sul lavoro autonomo giornalistico
30/09/10 19:11 Filed in: Comunicati
Il testo dell’interrogazione presentata dal Senatore Paolo Giaretta (Pd) al Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, relativa allo sfruttamento dei giornalisti che svolgono lavoro autonomo e che hanno meno garanzie dei co.co.pro.
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. –
Premesso che:
il settore dell'informazione ha visto crescere in modo esponenziale l'utilizzo di giornalisti freelance, che in realtà svolgono un'attività totalmente assimilabile al lavoro dipendente;
la prestazione professionale avviene in un regime di totale precarietà e con livelli economici che registrano un compenso di pochi euro ad articolo;
si è in presenza di migliaia di professionisti che vengono utilizzati in assenza di tutele minime e con rapporti contrattuali che registrano forme di autentico sfruttamento;
l'assoluta precarietà del rapporto e la condizione di totale subordinazione nei confronti dell'editore presenta un rischio elevato per la libertà, la completezza, l'indipendenza dell'informazione e i suoi contenuti professionali;
la normativa in materia di collaborazioni coordinate e continuative prevede un sistema articolato di tutele legali del lavoratore rispetto al committente, legando la figura professionale all'esistenza di un progetto specifico;
nel caso di lavoro giornalistico si deve ritenere incompatibile l'esistenza di un progetto,
si chiede di conoscere quale sia la valutazione del Ministro in indirizzo in ordine alle problematiche richiamate e se non si ritenga opportuno prevedere l'estensione delle tutele previste per le collaborazioni coordinate e continuative regolate alla gestione separata dell'INPS anche per le collaborazioni giornalistiche.
Premesso che:
il settore dell'informazione ha visto crescere in modo esponenziale l'utilizzo di giornalisti freelance, che in realtà svolgono un'attività totalmente assimilabile al lavoro dipendente;
la prestazione professionale avviene in un regime di totale precarietà e con livelli economici che registrano un compenso di pochi euro ad articolo;
si è in presenza di migliaia di professionisti che vengono utilizzati in assenza di tutele minime e con rapporti contrattuali che registrano forme di autentico sfruttamento;
l'assoluta precarietà del rapporto e la condizione di totale subordinazione nei confronti dell'editore presenta un rischio elevato per la libertà, la completezza, l'indipendenza dell'informazione e i suoi contenuti professionali;
la normativa in materia di collaborazioni coordinate e continuative prevede un sistema articolato di tutele legali del lavoratore rispetto al committente, legando la figura professionale all'esistenza di un progetto specifico;
nel caso di lavoro giornalistico si deve ritenere incompatibile l'esistenza di un progetto,
si chiede di conoscere quale sia la valutazione del Ministro in indirizzo in ordine alle problematiche richiamate e se non si ritenga opportuno prevedere l'estensione delle tutele previste per le collaborazioni coordinate e continuative regolate alla gestione separata dell'INPS anche per le collaborazioni giornalistiche.