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Premio Penna d’oca 2017 a Donatella Gasperi, menzioni speciali per Germana Cabrelle e Marina Lucchin

Premio Penna d'Oca

PADOVA, 24 maggio 2018 – Donatella Gasperi, 60 anni, collaboratrice della “Difesa del Popolo” e freelance, è la vincitrice del premio Penna d’oca 2017 promosso dall’Associazione Stampa Padovana con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto. La giornalista è stata premiata nel corso di una cerimonia che si è svolta nella sala Rossini del Caffè Pedrocchi a Padova. Due menzioni speciali “Giornalismo d’inchiesta” sono state assegnate ai giornalisti Germana Cabrelle (Vanity Fair) e Marina Lucchin (il Gazzettino). Per la prima volta tre donne sono state insignite del premio.
Nella foto, da sinistra Marina Lucchin, Donatella Gasperi e Germana Cabrelle


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Seminario "giustizia, carcere ed esecuzione della pena"

Il 21 ottobre, la Casa di reclusione Due Palazzi di Padova ospiterà il secondo seminario di aggiornamento professionale riservato ai giornalisti del Veneto (professionisti, praticanti e pubblicisti), finalizzato ad approfondire i temi della giustizia e del carcere, con particolare attenzione agli aspetti relativi all'esecuzione della pena e alla differenza tra questa e la custodia cautelare. A promuovere la giornata di studi, che nel 2009 ha riscosso un notevole successo di partecipazione, è la redazione di Ristretti Orizzonti (che fa informazione dall'interno del carcere attraverso una rivista e un sito internet), assieme all'Ordine dei giornalisti del Veneto.
Si tratta di un'importante occasione di studio e di approfondimento: l'obiettivo è quello di fornire ai giornalisti - attraverso le relazioni di esperti, l'analisi di casi concreti e le testimonianze di detenuti - alcuni spunti di riflessione e qualche utile strumento per svolgere al meglio il proprio lavoro, garantendo una corretta informazione su giustizia, carcere ed esecuzione della pena.

Questo seminario vuole proseguire l’esperienza dello scorso anno, rafforzando collaborazione tra chi fa informazione direttamente dal carcere e chi la fa all’esterno, una collaborazione che prevede, tra l'altro, la possibilità di fornire informazioni e testimonianze dal carcere e rispondere ad eventuali domande in uno spazio apposito sul sito di Ristretti Orizzonti (www.ristretti.it). Sul fronte dell’elaborazione di dati e della loro interpretazione, la redazione di Ristretti Orizzonti è impegnata a realizzare una rete di collegamento non solo tramite uno spazio sul sito che possa essere di semplice accesso, ma inviando direttamente alle singole testate e/o ai singoli indirizzi di posta elettronica dei giornalisti interessati la “lettura critica” di ricerche sui temi della giustizia e del carcere.

La giornata sarà divisa in due parti: una prima sezione dedicata ai temi generali dell’esecuzione della pena, trattati da alcuni magistrati del Tribunale di sorveglianza e da un avvocato; e una seconda parte dedicata all’approfondimento di temi più specifici, legati anche a fatti recenti di cronaca nera e giudiziaria.

Interverranno:
Marcello Bortolato, magistrato di Sorveglianza di Padova;
Monica Gazzola, avvocato, membro della Scuola Superiore di Avvocatura - sezione Diritti Umani e delle commissioni Human Rights, Access to Justice e Criminal Law del CCBE (Council of Bars and Law Societies of Europe) di Bruxelles;
Lucia Castellano, direttrice del carcere di Bollate, autrice con la giornalista Donatella di Stasio del libro Diritti e castighi
Mauro Grimoldi, presidente Ordine degli psicologi della Lombardia, autore del libro Adolescenze estreme
Carlo Riccardi, criminologo, mediatore dell'Ufficio per la mediazione penale di Milano
Detenuti e volontari della redazione di Ristretti Orizzonti, operatori del carcere


Organizzazione della giornata e autorizzazioni

ISCRIZIONE - Per partecipare bisogna comunicare entro e non oltre giovedì 14 ottobre i propri dati (nome, cognome, luogo e data di nascita, mail e numero di telefono cellulare) all’Ordine dei Giornalisti del Veneto: segreteria@ordinegiornalisti.veneto.it
Potranno partecipare al massimo 60 colleghi (in ordine di arrivo della richiesta di iscrizione).

PROGRAMMA
ore 9.00 – 9.30: ingresso al seminario esclusivamente con un documento d'identità valido
ore 9.30 – 11.30: prima parte dei lavori.
ore 11.30 – 12.00: intervallo e buffet all'interno della redazione di Ristretti orizzonti, con prodotti del laboratorio di pasticceria del carcere
ore 12.00 - 14.00: seconda parte dei lavori

Alcuni temi generali che verranno trattati nella prima parte del seminario

Custodia cautelare, arresti domiciliari, denunce a piede libero: il sovraffollamento dei penitenziari in Italia è dovuto anche ad una applicazione eccessiva della custodia cautelare in carcere e ad uno scarso ricorso alle misure alternative. Troppo spesso i titoli dei giornali e dei Tg privilegiano titoli ad effetto, come “E’ già fuori”, “E’ già libero”, senza spiegare o quando e perché si applica la custodia cautelare in carcere e quanto può durare; quale differenza esiste con l'esecuzione di una pena successiva ad una condanna; perché nel nostro Paese ci sono molti più detenuti in attesa di giudizio che negli altri Paesi europei.

Pene alternative al carcere: il mondo dell’informazione non sempre informa in modo adeguato in merito all'esistenza di pene alternative al carcere. In altri Paesi europei, come ad esempio la Germania, una percentuale altissima di reati viene punita con una pena pecuniaria. In Italia, invece, la popolazione è spesso convinta che tutto ciò che diverso dal carcere non sia una vera pena

Giustizia riparativa e mediazione penale: la giustizia riparativa è la proposta di una forma di giustizia che ripara: non una forma di giustizia che punisce, ma una forma di giustizia che mette a confronto i protagonisti di una relazione rotta per vedere se questa relazione può essere in qualche modo riparata. La giustizia riparativa mette davvero al centro le vittime, dimostrando che, prima ancora che intervengano gli strumenti del processo e della pena, è possibile affrontare il conflitto prodotto da un reato, costruendo un confronto tra chi questo reato l’ha commesso e chi l’ha subito. E ciò consente di superare l'immagine di giustizia intesa come “vendetta”, a cui i media spesso fanno da cassa di risonanza.

Messa alla prova: vale la pena approfondire l’applicazione di questa misura, che consente di evitare il carcere e di studiare percorsi di riabilitazione e reinserimento: è ampiamente usata con i minori che commettono reati, e si pensa di introdurla anche per gli adulti.

Alcuni temi che verranno trattati nella seconda parte (partendo da casi cronaca)

1.Incapacità di intendere e di volere: a volte i media presentano come una specie di assoluzione l’incapacità di intendere e di volere e l’internamento in Ospedale Psichiatrico Giudiziario. In realtà non si tratta di un'assoluzione, ma dell'impossibilità stabilita dalla legge di processare persone che non sono capaci di mente. Inoltre gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono a tutti gli effetti luoghi di privazione della libertà, oltre che di terapia.

2.Reati sessuali: nelle cronache è necessaria una particolare cautela nel trattare questo tema. Si tratta, infatti, di reati per i quali è facile appiattire una realtà molto complessa e stimolare nell’opinione pubblica sentimenti di rabbia e desideri di vendetta.

3.Reati dei minori: si usa con troppa facilità l’etichetta di bullo o di “baby gang” per minori con comportamenti devianti, si invoca il carcere e si parla poco della giustizia minorile, che usa invece strumenti interessanti come la messa alla prova e la mediazione penale.

4.Omicidio colposo: la redazione di Ristretti Orizzonti vuole evidenziare la differenza con cui sui media, spesso, viene trattata la notizia in base a chi commette il reato: verrà proposto un confronto tra il risalto dato al caso dei due ragazzi sinti, sorpresi a rubare gasolio, che hanno investito e ucciso una donna a Padova, e la “normalità” della notizia quando invece il guidatore è un “regolare”.

5.Diritto all’oblio: da quando gli archivi della cronaca nera sono sul Web, non c’è di fatto più alcun diritto all’oblio per chi ha già scontato la pena (e per la sua famiglia). Possibili soluzioni da discutere con l’ufficio del Garante nazionale della privacy.