Eraclea, consiglio comunale off limits per i giornalisti: grave violazione del diritto di cronaca
05/03/19 19:45 Filed in: Comunicati
Ordine e Sindacato giornalisti del Veneto denunciano la grave limitazione al diritto di cronaca avvenuto a Eraclea, dove le telecamere delle tv e i fotografi dei quotidiani locali non hanno potuto riprendere la seduta del consiglio comunale.
All’ordine del giorno un unico punto: le dimissioni del sindaco in carcere dallo scorso 19 febbraio con l’accusa di voto di scambio nell’ambito dell’inchiesta in cui la Procura antimafia di Venezia contesta il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, e che ha portato all’arresto di altre 49 persone.
Incredibilmente telecineoperatori e fotografi sono stati scortati fuori dall’aula dagli agenti della polizia locale, mentre un giornalista della Rai del Tg1-Tv7 è stato allontanato da un carabiniere dopo che una donna fra il pubblico lo avrebbe visto armeggiare con il cellulare: “Ho spento una videochiamata inopinatamente in arrivo” spiega l’interessato.
Il divieto alle riprese nell’immediatezza è stato giustificato appellandosi a un regolamento comunale che imporrebbe la richiesta autorizzativa almeno con 24 ore di anticipo (in realtà sono 4 giorni). Preavviso non previsto nel caso di convocazioni straordinarie come quella in oggetto.
“Gli amministratori di Eraclea farebbero meglio a preoccuparsi della mafia invece che dei giornalisti”, commentano la segretaria del Sindacato Veneto, Monica Andolfatto e il presidente dell’Ordine regionale, Gianluca Amadori.
Ordine e Sindacato, nel ricordare il dovere alla trasparenza cui è tenuta la Pubblica amministrazione, richiamano la sentenza n. 105/1972 con cui la Corte Costituzionale ha stabilito che, “esiste un interesse generale alla informazione, e questo interesse implica, in un regime di libera democrazia, pluralità di fonti di informazione, libero accesso alle medesime, assenza di ingiustificati ostacoli legali, anche temporanei, alla circolazione delle notizie e delle idee”.
Incredibilmente telecineoperatori e fotografi sono stati scortati fuori dall’aula dagli agenti della polizia locale, mentre un giornalista della Rai del Tg1-Tv7 è stato allontanato da un carabiniere dopo che una donna fra il pubblico lo avrebbe visto armeggiare con il cellulare: “Ho spento una videochiamata inopinatamente in arrivo” spiega l’interessato.
Il divieto alle riprese nell’immediatezza è stato giustificato appellandosi a un regolamento comunale che imporrebbe la richiesta autorizzativa almeno con 24 ore di anticipo (in realtà sono 4 giorni). Preavviso non previsto nel caso di convocazioni straordinarie come quella in oggetto.
“Gli amministratori di Eraclea farebbero meglio a preoccuparsi della mafia invece che dei giornalisti”, commentano la segretaria del Sindacato Veneto, Monica Andolfatto e il presidente dell’Ordine regionale, Gianluca Amadori.
Ordine e Sindacato, nel ricordare il dovere alla trasparenza cui è tenuta la Pubblica amministrazione, richiamano la sentenza n. 105/1972 con cui la Corte Costituzionale ha stabilito che, “esiste un interesse generale alla informazione, e questo interesse implica, in un regime di libera democrazia, pluralità di fonti di informazione, libero accesso alle medesime, assenza di ingiustificati ostacoli legali, anche temporanei, alla circolazione delle notizie e delle idee”.