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Premio Penna d’oca 2017 a Donatella Gasperi, menzioni speciali per Germana Cabrelle e Marina Lucchin

Premio Penna d'Oca

PADOVA, 24 maggio 2018 – Donatella Gasperi, 60 anni, collaboratrice della “Difesa del Popolo” e freelance, è la vincitrice del premio Penna d’oca 2017 promosso dall’Associazione Stampa Padovana con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto. La giornalista è stata premiata nel corso di una cerimonia che si è svolta nella sala Rossini del Caffè Pedrocchi a Padova. Due menzioni speciali “Giornalismo d’inchiesta” sono state assegnate ai giornalisti Germana Cabrelle (Vanity Fair) e Marina Lucchin (il Gazzettino). Per la prima volta tre donne sono state insignite del premio.
Nella foto, da sinistra Marina Lucchin, Donatella Gasperi e Germana Cabrelle


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Salta il tavolo sindacale: Gazzettino in sciopero due giorni

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La protesta arriva dopo l’annuncio da parte dell’azienda di non voler assumere, disattendendo gli accordi siglati anche in sede ministeriale nell’ambito dello stato di crisi biennale aperto il 15 gennaio 2015. A fine settembre i giornalisti usciti saranno una ventina. Il Cdr: «Caltagirone non rispetta gli impegni». La Fnsi: «Inaccettabile». Il Gazzettino non sarà in edicola il 10 e l'11 settembre.


Care colleghe, cari colleghi,
Sapete com’è considerata la redazione di Padova per il nostro editore Caltagirone? Marginale.
Sapete come definisce il nostro editore Caltagirone le assunzioni previste dagli accordi controfirmati anche in sede ministeriale? Criminali.
Sapete, per il nostro editore Caltagirone, dopo anni di sacrifici - gli ultimi due persino umilianti - sopportati dalle redazioni, cosa ci prospetta?CUn’altra ristrutturazione. Chiusura di redazioni. Licenziamenti.

E’ lo scenario che ci è stato annunciato questa mattina dall’amministratore delegato al tavolo sindacale, tavolo che il Cdr ha abbandonato.
Ancora una volta i “conti in rosso” sono colpa della crisi globale, dell’economia brutta e cattiva, e non di un’impostazione aziendale appiattita su una mera politica di tagli dei costi, di assoluta assenza strategica, di colpevole mancanza di investimenti.

Sapete cosa è successo in dieci anni di gestione Caltagirone?
Come un moderno colonizzatore ha dimezzato l’organico, spolpato il patrimonio immobiliare, fatto sparire da territori strategici il giornale, utilizzato i soldi pubblici per due stati di crisi ai quali non è seguito alcun piano di rilancio. E noi giornalisti invece di essere sudditi riconoscenti addirittura ci permettiamo di chiedere una cosa banalissima, scontata, per lo meno fra gentiluomini: il rispetto dei patti, il rispetto degli impegni, il rispetto delle regole.

Lo ricordiamo a fine settembre escono altri tre colleghi: l’organico scende a 84, sì perché noi continuiamo a considerare il direttore fuori dal conteggio, e lo stesso direttore aveva fissato nel piano editoriale presentato all’assemblea dei giornalisti dopo l’apertura dello stato di crisi la pianta organica a quota 88. Le assunzioni ve le scordata: è la risposta lapidaria dopo cassa integrazione, smaltimento ferie, straordinario non pagato.

Questo comunicato rispecchia, nella forma e nella sostanza, una situazione che ha oltrepassato ogni limite di decenza. E’ meglio scegliere due “titoli” per riassumere e sintetizzare la nostra incredulità, nel corso di un incontro in cui i toni si sono alzati nel momento i cui siamo stati minacciati: “Pensate che ci spaventino gli scioperi? Guardate come è andata a finire con gli impiegati”. Ogni commento è superfluo.

Ce ne siamo andati perché non è possibile confrontarsi con un editore che per l’ennesima volta ci dice che se osiamo reagire, la strada segnata è la chiusura del giornale, accusandoci addirittura di non saper fare il nostro lavoro. No, care colleghe e cari colleghi, la strada è segnata per grave colpa di questa gestione denunciata negli anni dal Cdr in tutte le sedi: a ognuno le proprie responsabilità.

Noi gli accordi e gli impegni li abbiamo rispettati tutti, fino in fondo. Da galantuomini. Non possiamo dire lo stesso di Caltagirone.

E ribadiamo: il Cdr non si è mai sottratto a ogni confronto costruttivo”.

Il Cdr proclama sciopero venerdì 9 e sabato 10 settembre per impedire che in questi due giorni il sito venga aggiornato e per impedire l’uscita dei giornali nei giorni di sabato 10 e di domenica 11.


Anche la Federazione Nazionale della Stampa Italiana si schiera al fianco dei giornalisti del Gazzettino e condivide le ragioni che hanno portato alla proclamazione di due giornate di sciopero. «È inaudito ed inaccettabile – osserva Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – che il gruppo Caltagirone rinneghi gli accordi sindacali sottoscritti in occasione dell'ultimo, soltanto in ordine di tempo, stato di crisi, rifiutandosi di procedere ad assunzioni già programmate. Tale comportamento certifica una concezione arcaica delle relazioni industriali e proietta su uno dei principali editori italiani un'ombra di inaffidabilità. È pertanto auspicabile che il management aziendale riveda la propria posizione e mantenga gli impegni sottoscritti per il rilancio del giornale e la salvaguardia degli organici redazionali». La Fnsi, insieme con il Comitato di redazione e il Sindacato dei giornalisti del Veneto, valuterà tutte le azioni da intraprendere.