I vertici della Fnsi dal Sottosegretario Paolo Bonaiuti: “Necessità di interventi urgenti e una vera riforma”
09/08/10 09:11 Filed in: Comunicati
Resoconto dell’incontro a Palazzo Chigi il 5 agosto 2010 tra i vertici della Fnsi e il Sottosegratario all’editoria Paolo Bonaiuti. Sottolineata la necessità che l’occupazione diventi il primo parametro per il calcolo dei contributi pubblici erogati all’editoria. Richiesti interventi per riparare guasti dei tanti tagli disseminati nel corso dell’anno sia sui contributi diretti, sia su quelli indiretti, come le tariffe postali. Ribadita l’indispensabilità della riforma della legge professionale. Le parti si rivedranno a settembre per cominciare a entrare nel merito dei singoli punti
“L’editoria e il lavoro giornalistico sono rami vitali per il sistema culturale, economico e produttivo del Paese che non possono essere lasciati deperire senza un’assunzione di responsabilità dello Stato, insieme con le parti sociali. La riforma delle leggi di settore e dell’intervento pubblico sono ineludibili e non procrastinabili. La Federazione Nazionale della Stampa è disponibile a concorrere ulteriormente, alla luce di una realistica valutazione del quadro economico e occupazionale, con idee e proposte metodologiche e di contenuto, all’elaborazione di un disegno di riforma condiviso, trasparente, utile e innovativo. Ma il tempo non è più una variabile indipendente. L’urgenza si fa drammatica. Editoria e giornalismo sono una priorità nazionale, come lo è stata l’Alitalia e, oggi, l’industria automobilistica.
Questo è quanto, in sintesi, hanno rappresentato, oggi a Palazzo Chigi, il Segretario e il Presidente della Fnsi, Franco Siddi e Roberto Natale al Sottosegretario dell’Editoria, Paolo Bonaiuti, che, assieme al Capo Dipartimento del settore della Presidenza del Consiglio, Elisa Grande, hanno avviato una nuova ricognizione sui problemi e la condizione del comparto con l’obiettivo di rimettere in moto i progetti di riforma.
Per la Fnsi l’iniziativa è certamente lodevole, ma un giudizio di merito è giocoforza sospeso, perché dopo due anni di attesa e diverse ipotesi di lavoro sono urgenti atti sui quali fondare reali ipotesi di prospettiva.
La delegazione del Sindacato dei giornalisti ha manifestato grande preoccupazione per la criticità determinata dalla fase di trasformazione industriale ancora incompiuta e dall’impoverimento delle risorse del mercato e di quelle pubbliche a sostegno di un sistema che deve fondarsi sulla qualità professionale e il lavoro correttamente definito, per assicurare pluralismo e completezza dell’informazione.
Ma l’allarme è altissimo e non è più tempo di sole buone intenzioni. I processi di ristrutturazione, accompagnati parzialmente dall’intervento pubblico, non sono finiti; i fondi vanno, invece, verso l’esaurimento prima della fine dell’estate e regna l’incertezza su molte testate, soprattutto periodiche, colpite dalla riduzione di valore del mercato pubblicitario e da costi aggiuntivi causati da improvvisi tagli dell’intervento pubblico già programmato, senza previsione di alcuna fase di transizione. I posti di lavoro giornalistico stabili nelle realtà tradizionali scendono di 700 unità e alla fine dell’anno potrebbero superare il migliaio, non solo per l’effetto dei prepensionamenti indotti dalle ristrutturazioni, ma anche per i programmi di esodo incentivato che, nel tentativo di intervenire sulla leva dei costi, aziende primarie (Rai compresa) stanno incoraggiando; anche a detrimento della forza e della qualità delle proposte editoriali.
Eppure la stessa impresa di settore e l’informazione non possono prescindere da un adeguato e regolare ricorso alla professione giornalistica. L’occupazione dei giornalisti deve, perciò, diventare il primo parametro di valutazione per il calcolo di qualsiasi erogazione pubblica, passando da qui lo snodo principale per una visione di futuro dei media, nel quadro dell’innovazione e dell’integrazione multimediale, coerente con le necessità di promuovere pluralismo e qualità.
Su questo punto analisi e proposta paiono aver incrociato il consenso del Sottosegretario Bonaiuti, secondo il quale “il futuro sistema di contributi – anche per oggettiva necessità di risparmio sui conti pubblici – deve passare per lo snodo fondamentale dell’occupazione dei giornalisti e della tutela del loro lavoro”.
La Fnsi ha fatto inoltre presente con chiarezza che occorre immediatamente riparare i guasti dei tanti tagli disseminati nel corso dell’anno sia sui contributi diretti, sia su quelli indiretti, come le tariffe postali, che stanno mettendo in ginocchio i giornali di idee, i periodici ma anche testate industriali importanti che, a causa dei nuovi costi di distribuzione, vedono vanificati le possibilità di rilancio pianificate con i progetti di riorganizzazione. Per le tariffe postali il “male minore”, non la soluzione, dell’accordo tra le organizzazioni dell’imprese e le Poste italiane deve trovare rapida e coerente attuazione nel necessario decreto ministeriale e il Governo deve garantire un’azione per il recupero dei maggiori oneri sopportati dal 1° aprile all’entrata in vigore dell’accordo. Per i contributi diretti a giornali di idee e cooperative (vere), è indispensabile fissare i tempi di una transizione verso nuove condivise regole, ipotizzando un contributo base oggettivo e uno a scalare rapportato all’occupazione e alle copie.
Per il Sindacato dei giornalisti c’è, sul tavolo, una questione incompresa, quella delle agenzie di stampa che, per loro natura di organi di informazione di base che agisce sui vasi comunicanti di tutte le testate, dipendono non poco dal peso delle convenzioni pubbliche, che devono assicurare il carattere di indipendenza. Ciò presuppone accordi pluriennali e non annuali e adeguata valutazione degli interessi nazionali verso l’informazione da considerare bene pubblico, sia in relazione alle presenze nel territorio interno, sia per le indispensabili antenne nelle sedi internazionali di maggiori interesse per il Paese.
Sul piano del welfare, secondo la Fnsi, occorre un ripensamento di sistema, non solo per l’editoria, che non orienti l’intervento solo “in accompagnamento” all’uscita dal lavoro ma ad un intervento modulare che sostenga una fase graduale di esodo in contemporanea con misure a favore di nuovi ingressi, anche attraverso la formazione finalizzata.
La distribuzione deve essere invece terreno di qualificazione dell’intervento pubblico a sostegno del pluralismo, rivolto però ai media che hanno come scopo l’informazione primaria.
Altro terreno dell’impegno pubblico è quello delle campagne organiche della promozione della lettura nelle scuole (per le quali la Fnsi assicura la sua cooperazione diretta) e per la riforma, “a costo zero” e assai urgente, della legge sull’ordinamento professionale.
“Per la Federazione della Stampa le questioni, le osservazioni e le proposte presentate al Sottosegretario Bonaiuti – spiegano il Segretario Siddi e il Presidente Natale – non sono appunti per i compiti delle vacanze ma istanze e impegni su cui misurare in tempi brevi, già alla ripresa dell’attività pubblica dopo la pausa estiva, le effettive volontà di riforma condivisa e sostenibile. Le intenzioni di oggi paiono lodevoli ma troppe incertezze si profilano all’orizzonte, anche perché ignoto, allo stato, appare il quadro delle disponibilità complessive del Governo, a partire dal rinvio permanente alle scelte dell’Economia e di altri Ministeri per quanto attiene risorse e convenzioni”.
Prossimo appuntamento, “per la prosecuzione di un lavoro organico sui singoli punti” – ha assicurato l’Onorevole Bonaiuti – a metà settembre.
Questo è quanto, in sintesi, hanno rappresentato, oggi a Palazzo Chigi, il Segretario e il Presidente della Fnsi, Franco Siddi e Roberto Natale al Sottosegretario dell’Editoria, Paolo Bonaiuti, che, assieme al Capo Dipartimento del settore della Presidenza del Consiglio, Elisa Grande, hanno avviato una nuova ricognizione sui problemi e la condizione del comparto con l’obiettivo di rimettere in moto i progetti di riforma.
Per la Fnsi l’iniziativa è certamente lodevole, ma un giudizio di merito è giocoforza sospeso, perché dopo due anni di attesa e diverse ipotesi di lavoro sono urgenti atti sui quali fondare reali ipotesi di prospettiva.
La delegazione del Sindacato dei giornalisti ha manifestato grande preoccupazione per la criticità determinata dalla fase di trasformazione industriale ancora incompiuta e dall’impoverimento delle risorse del mercato e di quelle pubbliche a sostegno di un sistema che deve fondarsi sulla qualità professionale e il lavoro correttamente definito, per assicurare pluralismo e completezza dell’informazione.
Ma l’allarme è altissimo e non è più tempo di sole buone intenzioni. I processi di ristrutturazione, accompagnati parzialmente dall’intervento pubblico, non sono finiti; i fondi vanno, invece, verso l’esaurimento prima della fine dell’estate e regna l’incertezza su molte testate, soprattutto periodiche, colpite dalla riduzione di valore del mercato pubblicitario e da costi aggiuntivi causati da improvvisi tagli dell’intervento pubblico già programmato, senza previsione di alcuna fase di transizione. I posti di lavoro giornalistico stabili nelle realtà tradizionali scendono di 700 unità e alla fine dell’anno potrebbero superare il migliaio, non solo per l’effetto dei prepensionamenti indotti dalle ristrutturazioni, ma anche per i programmi di esodo incentivato che, nel tentativo di intervenire sulla leva dei costi, aziende primarie (Rai compresa) stanno incoraggiando; anche a detrimento della forza e della qualità delle proposte editoriali.
Eppure la stessa impresa di settore e l’informazione non possono prescindere da un adeguato e regolare ricorso alla professione giornalistica. L’occupazione dei giornalisti deve, perciò, diventare il primo parametro di valutazione per il calcolo di qualsiasi erogazione pubblica, passando da qui lo snodo principale per una visione di futuro dei media, nel quadro dell’innovazione e dell’integrazione multimediale, coerente con le necessità di promuovere pluralismo e qualità.
Su questo punto analisi e proposta paiono aver incrociato il consenso del Sottosegretario Bonaiuti, secondo il quale “il futuro sistema di contributi – anche per oggettiva necessità di risparmio sui conti pubblici – deve passare per lo snodo fondamentale dell’occupazione dei giornalisti e della tutela del loro lavoro”.
La Fnsi ha fatto inoltre presente con chiarezza che occorre immediatamente riparare i guasti dei tanti tagli disseminati nel corso dell’anno sia sui contributi diretti, sia su quelli indiretti, come le tariffe postali, che stanno mettendo in ginocchio i giornali di idee, i periodici ma anche testate industriali importanti che, a causa dei nuovi costi di distribuzione, vedono vanificati le possibilità di rilancio pianificate con i progetti di riorganizzazione. Per le tariffe postali il “male minore”, non la soluzione, dell’accordo tra le organizzazioni dell’imprese e le Poste italiane deve trovare rapida e coerente attuazione nel necessario decreto ministeriale e il Governo deve garantire un’azione per il recupero dei maggiori oneri sopportati dal 1° aprile all’entrata in vigore dell’accordo. Per i contributi diretti a giornali di idee e cooperative (vere), è indispensabile fissare i tempi di una transizione verso nuove condivise regole, ipotizzando un contributo base oggettivo e uno a scalare rapportato all’occupazione e alle copie.
Per il Sindacato dei giornalisti c’è, sul tavolo, una questione incompresa, quella delle agenzie di stampa che, per loro natura di organi di informazione di base che agisce sui vasi comunicanti di tutte le testate, dipendono non poco dal peso delle convenzioni pubbliche, che devono assicurare il carattere di indipendenza. Ciò presuppone accordi pluriennali e non annuali e adeguata valutazione degli interessi nazionali verso l’informazione da considerare bene pubblico, sia in relazione alle presenze nel territorio interno, sia per le indispensabili antenne nelle sedi internazionali di maggiori interesse per il Paese.
Sul piano del welfare, secondo la Fnsi, occorre un ripensamento di sistema, non solo per l’editoria, che non orienti l’intervento solo “in accompagnamento” all’uscita dal lavoro ma ad un intervento modulare che sostenga una fase graduale di esodo in contemporanea con misure a favore di nuovi ingressi, anche attraverso la formazione finalizzata.
La distribuzione deve essere invece terreno di qualificazione dell’intervento pubblico a sostegno del pluralismo, rivolto però ai media che hanno come scopo l’informazione primaria.
Altro terreno dell’impegno pubblico è quello delle campagne organiche della promozione della lettura nelle scuole (per le quali la Fnsi assicura la sua cooperazione diretta) e per la riforma, “a costo zero” e assai urgente, della legge sull’ordinamento professionale.
“Per la Federazione della Stampa le questioni, le osservazioni e le proposte presentate al Sottosegretario Bonaiuti – spiegano il Segretario Siddi e il Presidente Natale – non sono appunti per i compiti delle vacanze ma istanze e impegni su cui misurare in tempi brevi, già alla ripresa dell’attività pubblica dopo la pausa estiva, le effettive volontà di riforma condivisa e sostenibile. Le intenzioni di oggi paiono lodevoli ma troppe incertezze si profilano all’orizzonte, anche perché ignoto, allo stato, appare il quadro delle disponibilità complessive del Governo, a partire dal rinvio permanente alle scelte dell’Economia e di altri Ministeri per quanto attiene risorse e convenzioni”.
Prossimo appuntamento, “per la prosecuzione di un lavoro organico sui singoli punti” – ha assicurato l’Onorevole Bonaiuti – a metà settembre.