Basta lavoro precario, basta querele temerarie, basta cronisti minacciati
13/11/17 17:51 Filed in: Comunicati
Il Direttivo regionale del Sindacato giornalisti Veneto, riunito a Mestre il 13 novembre 2017, aderisce alla mobilitazione lanciata dalla Fnsi appena appresa la notizia della brutale aggressione cui sono stati vittima il giornalista Daniele Piervincenzi e l'operatore televisivo Edoardo Anselmi, picchiati da un appartenente al clan Spada mentre svolgevano il loro lavoro di cronisti a Ostia.
Nell’esprimere piena solidarietà e vicinanza ai colleghi, entrambi non contrattualizzati, il Direttivo regionale di Sgv rivolge un pubblico appello anche a tutti i cittadini affinché scendano in campo a difesa di un bene collettivo e di un diritto democratico, sancito dall’articolo 21 della Costituzione dove recita “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Si tratta di una battaglia civile, che deve essere condivisa da tutte le forze democratiche del Paese, fuori e dentro le Istituzioni, tesa a rimuovere gli ostacoli, fra cui il carcere previsto dal disegno di legge sulle intercettazioni e sulla diffamazione, che impediscono l’informazione libera e indipendente.
Lavoro precario, libertà precaria, vite precarie: ovvero la condizione delle giornaliste e dei giornalisti di oggi che riflette e incarna la condizione della maggior parte della popolazione attiva italiana. Occorre rimettere al centro dell’agenda politica del Governo il Lavoro: di qualità, di dignità, di emancipazione che stabilizza il presente e assicura il futuro. E non solo nel settore dell’Editoria che forse più di altri è stato travolto dalla crisi perdurante, subendo tagli occupazionali che in percentuale non hanno paragoni.
Per questo è importante che il 22 novembre prossimo a Roma davanti a Montecitorio, al presidio organizzato da Fnsi e Ordine dei giornalisti, partecipino anche tutti i cittadini che hanno a cuore la tenuta democratica e sociale dell’Italia.
Approvato all’unanimità
Si tratta di una battaglia civile, che deve essere condivisa da tutte le forze democratiche del Paese, fuori e dentro le Istituzioni, tesa a rimuovere gli ostacoli, fra cui il carcere previsto dal disegno di legge sulle intercettazioni e sulla diffamazione, che impediscono l’informazione libera e indipendente.
Lavoro precario, libertà precaria, vite precarie: ovvero la condizione delle giornaliste e dei giornalisti di oggi che riflette e incarna la condizione della maggior parte della popolazione attiva italiana. Occorre rimettere al centro dell’agenda politica del Governo il Lavoro: di qualità, di dignità, di emancipazione che stabilizza il presente e assicura il futuro. E non solo nel settore dell’Editoria che forse più di altri è stato travolto dalla crisi perdurante, subendo tagli occupazionali che in percentuale non hanno paragoni.
Per questo è importante che il 22 novembre prossimo a Roma davanti a Montecitorio, al presidio organizzato da Fnsi e Ordine dei giornalisti, partecipino anche tutti i cittadini che hanno a cuore la tenuta democratica e sociale dell’Italia.
Approvato all’unanimità